Sono Noemi

Mi presento: sono Noemi Grisolia, sono nata a Padova 33 anni fa, ma non posso certo definirmi veneta. I miei genitori infatti sono calabresi, immigrati in cerca di lavoro e di fortuna con le loro famiglie subito dopo la guerra. Il mio blog è dedicato alla Calabria, la mia terra d’origine, perché penso spesso a lei e adesso voglio anche scriverne.

Fin da bambina, mi sono nutrita della nostalgia del Sud, che in casa veniva portata in tavola insieme al pranzo e alla cena. Ai miei genitori, e quindi anche a me, mancava tutto della Calabria: il sole, il caldo, gli oleandri, i fichi d’india, il pane. A Padova, però, abbiamo trovato una casa accogliente, dei lavori gratificanti, amici sinceri e un sistema di vita ordinato, avanzato ed efficiente; ma quando te ne vai dal tuo paese, non per volontà ma per necessità, non puoi che vivere nel rimpianto: questo vale in parte anche per me.

Qui al Nord abbiamo vissuto bene e ci viviamo ancora oggi: sarebbe impossibile tornare a vivere in Calabria, perché siamo legati ad un ricordo di quella terra romantico e idealizzato, non reale. Ed infatti quando ci torniamo, quando ci torno o quando ogni anno ci passavamo due mesi in estate, dopo un primo momento di incantamento e di felicità pura per tutto quello che ci circondava, subito cominciavano a presentarsi piccoli e grandi intoppi che ci facevano sentire, come dire, estranei in patria: un certificato che non si può ottenere in Comune, una visita medica impossibile da fare, il rispetto delle regole di convivenza civile sempre preso molto alla leggera.

E così ho sempre vissuto sospesa tra la nostalgia di un posto che esiste solo nei miei sogni e la necessità di vivere e lavorare in un posto che non sento mio, ma che mi ha dato tanto e che continua ad offrirmi sostentamento, cultura, divertimento e assistenza.

Cara Calabria: I can’t live with or without you, per dirla con gli U2!

Questo blog lo scrivo di solito nei moment più freddi e grigi dell’inverno, quando la voglia di mare e di sole e di tramonti argentati si fa più violenta ed insistente.

Cercherò di essere molto sincera, di mettere in evidenza non solo gli aspetti che, secondo me, fanno della Calabria uno degli ultimi  paradisi in terra d’Europa e del mondo, ma anche le ombre e le arretratezze dei miei conterranei che, molto per colpe altrui, un po’ per colpa loro, si attardano sulla soglia della convivenza civile, senza decidersi a varcarla.

Ogni volta che scendo al Sud rimango sorpresa e confusa dai chiaroscuri e dalle incongruenze. Ad esempio: al mio paese in Calabria la raccolta differenziata è totale: non ci sono cassonetti, tutto è programmato, vagliato, osservato con una precisione e un rigore a dir poco teutonico. Poi d’altro canto nei confronti degli animali, cani, gatti, uccelli, maiali, galline che siano, si perpetua una indifferenza ed anche purtroppo una crudeltà alle volte che mi lascia attonita, forse perché sono vegetariana e me la prendo troppo.

Forse i miei articoli, sempre che qualcuno li legga, attireranno critiche adirate ed insulti, ma io la Calabria la vedo proprio così: una terra benedetta abitata da persone splendide e generose, che vanno avanti tra mille difficoltà e problemi, che si sacrificano per far studiare i figli e per dar loro un futuro meno agro, ma che nei confronti dell’ambiente in cui vivono, della natura che li circonda e degli animali, spesso non provano alcuna affinità.