Il Pollino e la costa ionica

Dopo le bellezze della costa tirrenica della Calabria bisogna scavallare l’Appennino per raggiungere la costa ionica: laggiù il mare sarà altrettanto pulito ma ahime! Il tramonto non sarà altrettanto struggente, perché sulla costa ionica il sole tramonta sui monti, non sul mare.

La costa Ionica della Calabria

scaleaPer iniziare la scalata dell’Appennino calabrese si parte da Scalea. Se hai molto tempo a disposizione potresti  tentare una traversata lungo le strade minori, salendo per le montagne fittissime di alberi secolari e vegetazione; il viaggio sarebbe emozionante perché attraversa foreste totalmente disabitate, verdissime e fitte, con alberi monumentali tra i più antichi d’Italia e non incontreresti davvero un anima per chilometri e chilometri.

Gli abitanti delle pendici del Pollino, il monte che devi costeggiare pepr arrivare allo Ionio, sono abitate da branchi semiselvatici di mucche podoliche; sono tenute allo stato semibrado, vigilate, con discrezione e professionalità, da cani da pastore non sempre scodinzolanti. Se, come è capitato a me, ti capiterà di trovarti una di queste bestie gigantesche spaparanzate nel bel mezzo della strada, preparati ad una bella attesa a motore spento finché, quando ne avrà voglia, deciderà da sola di lasciarti passare.

monte pollino mucche

Papasidero è uno dei luoghi dell’entroterra calabrese da visitare. Il paese è antichissimo, il suo nome infatti deriva dal greco e si pensa fosse una colonia di Sibari. Qui si fa rafting accompagnati da guide sul fiume Lao e si può visitare la grotta del Romito, uno dei siti archeologici risalenti al paleolitico tra i più importanti del mondo, ma molto poco visitato. Dentro la grotta ci sono sepolture del paleolitico e del neolitico e fuori dalla grotta potrai ammirare un graffito raffigurante due bovidi, forse proprio mucche podoliche, che risale a più di 10.000 anni fa. Prima di ripartire potresti chiedere in paese che una delle guide gratuite ti accompagni, attraverso sentieri rocciosi che scendono al fiume Lao, fino al Santuario della grotta di Costantinopoli, rifugio incastonato nella roccia  costruito nel IX secolo dai monaci basiliani.

Morano Calabro, ai piedi del Pollino è uno dei borghi più belli d’Italia del Touring club. E’ infatti rimasto pressoché integro fin dal Medioevo e dal Rinascimento, quando era un luogo strategico sul fiume Coscile, a cavallo tra il Tirreno e lo Ionio.

Castrovillari è un’altra cittadina carica di storia che si conserva pressoché intatta nelle viuzze del borgo antico. Abitata dal paleolitico di qui sono passati greci, romani, visigoti, bizantini, normanni, svevi, angioini e aragonesi e tutti hanno lasciato testimonianza architettonica della loro presenza, con le loro chiese, palazzi, castelli, eremi, stemmi.

castrovillari

A questo punto la voglia di raccontare del re dei Visigoti Alarico, quello che nel 410 perpetrò il primo scioccante saccheggio di Roma e che venne sepolto con tutti i suoi tesori lo stesso anno nel letto del fiume Busento in prossimità di Cosenza, mi assale. Ma la sua storia meravigliosa è lunga e ne parlerò in un altro articolo.

Comunque lasciatemi almeno dire di Federico II, l’ Imperatore del Sacro Romano Impero, figlio di Costanza d’Altavilla che portò in dote al marito Enrico VI di Svevia il regno Normanno: anche Federico II, che venne nominato Stupor Mundi, la Meraviglia del Mondo, per le sue gesta, la sua umanità, la sua lungimiranza, ha calcato le strette strade in pietra di Castrovillari. E questo dettaglio, da solo, non varrebbe un viaggio in Calabria?

Ma è tempo di ripartire. La prossima tappa è Civita una delle storiche antiche comunità albanesi, che in Calabria si trasferirono col consenso degli Aragonesi nel ‘400 in fuga dai Saraceni all’interno del parco nazionale del Pollino, da cui già si vede il mar Ionio in lontananza. Qui nei dintorni ci sono il Ponte del Diavolo e le gole del Raganello.

ponte del diavolo calabriaIl ponte del Diavolo, in pietra ad un’unica arcata a dorso d’asino, non si sa bene quando fu costruito per la prima volta, nel Medioevo c’era già. La leggenda narra che lo costruì proprio il diavolo su richiesta di un proprietario terriero, in cambio della prima anima che l’avesse attraversato. La prima anima, però, fu quella di una povera pecorella, spinta sul ponte dal proprietario per gabbare il demonio. Questo dimostrerebbe due cose: che il Diavolo non è molto intelligente e, cosa più importante, che anche le pecore hanno un’anima.

Le gole del Raganello sono un canyon scavato dal torrente Raganello, profondo fino a 400 metri, tra cascate e piscine naturali d’acqua limpidissima e gelida; lo si percorre in trekking lungo 12 chilometri di natura davvero incontaminata accompagnati da guide del posto.

Prima di arrivare alle spiagge bandiere blu 2018 un’ultima tappa del viaggio bisogna farla a Sibari, per visitare il parco archeologico che raccoglie le rovine di quella che fu la più splendente e ricca di tutte le colonie greche in Italia.

Sibari parco archeologico

Quando penso a Sibari, alla sua storia, mi viene da sorridere e anche un po’ da piangere; perché penso a tutte le persone che conosco che hanno attraversato mezzo mondo per  arrampicarsi fino al Machu Picchu e non hanno mai visto Sibari.

Il mare ci chiama, siamo arrivati sullo Ionio!

capo spulicoLa prima spiaggia calabrese sullo Ionio da visitare è quella di Roseto Capo Spulico. Il paese in epoca antica era uno dei satelliti di Sibari, e qui venivano coltivate le rose utilizzate per riempire i guanciali delle principesse sibarite, almeno così dice wikipedia e io ci voglio credere! La spiaggia di sabbia bianca che parte da Capo Spulico è infinita, ma il bagno più bello e suggestivo potrete farlo proprio sotto il Castrum Petrae Roseti, un castello normanno a picco sul mare, già ricostruito già nel 1200 per volere del mio grande amore Federico II. Qui la tradizione vuole che Federico II abbia tenuta nascosta la Sacra Sindone fino al 1253; ma la cosa è dubbia, anche perché il carbonio 14, invece, sostiene che il famoso lenzuolo risalga al secolo successivo! Ecco quello che si dice stare immersi nelle acque blu del Mediterraneo circondati dalla storia e dalla cultura!

L’ultima spiaggia col mare più pulito della Calabria che chiude l’elenco delle località che possono vantare la bandiera blu del 2018 è quella di Trebisacce. Trebisacce è una città piuttosto grande con una industria turistica e ricettiva molto sviluppata, tanto che, a differenza della maggior parte delle città calabresi, non ha conosciuto uno spopolamento ma addirittura un aumento della popolazione che dagli anni ’50 ad oggi è quasi raddoppiata.

E così si chiude questo articolo dedicato al mare più pulito della Calabria per il 2018; se non hai ancora prenotato facci un pensierino!