Oggi ho letto una notizia che mi ha riempito di orgoglio per la mia Calabria: l’Amaro Importante Jefferson è stato eletto dai giurati del World Liqueur Awards il migliore del 2018.
Storia dell’Amaro Importante Jefferson
Devo dire che ignoravo l’esistenza di questo amaro, che tra l’altro è prodotto a Montalto Uffugo, un paesino dell’entroterra tirrenico, ma la cosa non mi stupisce. La Calabria è piena di eccellenze assolute, la liquerizia è famosa nel mondo, i cedri sono rinomatissimi, la ‘nduja, la colata di alici, il caciocavallo podolico; ora si rivela al mondo anche l’amaro Jefferson a base di bergamotto, il migliore del mondo.
La storia della nascita di questo amaro, che ho letto sul sito molto ben fatto della casa produttrice, è a dir poco incredibile, direi assolutamente leggendaria, ma perfettamente in sintonia con lo spirito calabrese, sempre pronto ad inventare storie fantastiche al limite del fiabesco. Anzi no: una storia così, se è vera, può essere accaduta solo in Calabria. Allora forse è vera!
Comunque se non fosse vera la storia un applauso gigante ai produttori, per il prodotto e per lo storytelling con cui hanno saputo rivestire di un’aura misteriosa ed esotica un prodotto localissimo, fatto di erbe e bergamotto e altre delizie mediterranee.
Sembra che nel 1871 una nave proveniente da Panama e diretta a Genova sia affondata. Tre superstiti, dopo giorni in balia delle onde, riescono a raggiungere attaccati ad una cassa, probabilmente di rum, la spiaggia di Fuscaldo. I tre personaggi si chiamavano Jefferson, Gil e Roger, senza cognome e senza passato.
I tre miracolati, dopo essersi ripresi dagli acciacchi della permanenza a mollo, si rendono subito conto che la fortuna li ha favoriti due volte: salvandoli e proiettandoli in quel paradiso terrestre che doveva essere la costa calabrese nel 1871.
Ed infatti, nel sito del Vecchio Magazzino Doganale, casa di produzione dell’amaro Jefferson, vengono riportate le dirette parole di Gil “Stremati ci sdraiammo su quella spiaggia incantevole. Passarono non so quante ore, forse un giorno, prima del nostro risveglio. Ci ritrovammo in un paradiso, Jefferson avvertì che sarebbe stato il suo posto eterno, disse subito: “Io rimarrò qui per sempre”. Cammina cammina, come nelle favole, percorremmo agrumeti e sentieri botanici pieni d’erbe aromatiche”. Le premesse per la nascita dell’amaro più buono del mondo c’erano già tutte!
Dopo varie esplorazioni i tre giunsero in cresta all’appennino, nei pressi di Montalto Uffugo, dove li accolse e diede loro lavoro un tal Raffaele Trombino detto “U Giocondo”, che gestiva un magazzino doganale dove di giorno si commerciavano spezie e di notte si distillavano liquori segreti. E’ qui, tra casse di cedri Diamante, bergamotto Fantastico e ceste di erbe aromatiche costiere come il mirto o silane come le pigne la menta e la camomilla, che sono nati gli amari Jefferson, Gil e Roger.
Devo proprio andarci a Montalto Uffugo a bermi un bicchierino di Amaro Speciale Jefferson, il miglior amaro del mondo, proprio nel luogo in cui è stato inventato.
Come si beve l’amaro Jefferson
L’amaro Jefferson, quello con la dicitura “Importante” già sull’etichetta, è ricetta originale del 1871, a base di bergamotto, arance dolci e amare, rosmarino, origano unite ad altre spezie: l’essenza stessa della Calabria.
Si beve in miscelazione, sia freddo che a temperatura ambiente, nell’Americano, Martinez, Boulevandier in sostituzione del Vermut. Poi c’è naturalmente la tintura madre, extra strong, senza zuccheri aggiunti; perché il vero calabrese ama solo i gusti estremi: il limone si mangia a morsi, il peperoncino intero.
Anche Mr. Roger ha il suo amaro: “Torbido alla nascita” “Da tenere sotto banco” recita l’etichetta; questo deve essere davvero estremo: nessun filtraggio né aggiunta di altro se non erbe botaniche del Magazzino Doganale.
Infine Gil: un gin autentico e rurale, fatto con ginepro e erbe aromatiche. Usato anche come antidoto al morso della micidiale vipera di Rocca Imperiale, un paesetto poco lontano da Montalto Uffugo.