Oggi pensavo che in Calabria sono nate le sorelle più belle e brave d’Italia, le Bertè e ci abitano i maschi più affascinanti e virili di tutta l’umanità: i Bronzi.
Tra l’altro Reggio Calabria, dove sono attualmente ospitati i Bronzi, e Bagnara Calabra, città natale delle due splendide ragazze, sono molto vicine: google maps dice 23 minuti in macchina e poco meno di 8 ore a piedi; in treno non si sa: google maps ammette che non è in grado di darmi informazioni in merito.
Come muoversi in Calabria
Gli spostamenti in Calabria, lo sappiamo, sono rimasti gli stessi del 1800 e del Regno delle due Sicilie. Meglio rassegnarsi in fretta e anzi cogliere, se si è turisti e non residenti, il bello e il pittoresco della situazione: viaggiare con estrema lentezza, nell’epoca dei viaggi trans orbitali, è un lusso che pochi possono permettersi.
Quindi il mio consiglio di oggi, per chi non conosce la Calabria, è quello di partire senza fretta di tornare e dirigersi fino in fondo, dopo la Riviera dei Cedri, dopo la Costa degli Dei, fino a Bagnara Calabra e alla Costa Viola, a cercare le radici e l’ispirazione di Mimì e Loredana e poi ancora più giù, fino al cospetto dei mitici maschi greci.
Come arrivare? C’è l’aereo, fino a Reggio Calabria, ma io ve lo sconsiglio davvero. Il viaggio è parte essenziale della met:, se potete non rinunciateci. Lungo il tragitto troverete ottimo cibo, mare cristallino, spiagge libere, calette nascoste, forti normanni, castelli, siti archeologici e tanto altro: siete in Calabria! Il tratto tra Bagnara e Reggio Calabria è di una bellezza mozzafiato: l’entroterra è occupato dalle pendici rigogliosissime e inestricabili dell’Aspromonte che scende a terrazze di vigneti, oliveti e agrumeti verso il mare e le sue spiagge bianchissime punteggiate da scogli di lava nera, testimonianze di antiche eruzioni.
La costa viola
Questa è la Costa Viola, dal colore dei suoi tramonti. Qui il mare è profondissimo: a pochi metri dalla riva già il baratro si aprirà sotto i vostri piedi; in lontananza, ben visibile, già si vede Stromboli col suo pennacchio. Ma la Costa Viola, e la Calabria in generale, ha ben altri vulcani da temere; sono infatti ben 15 i vulcani sommersi – attenzione: inattivi non spenti – tra le coste calabresi e le isole Eolie, tra cui il terribile Marsili, il vulcano più esteso in Europa: 2100 km quadrati di superficie, 3000 metri di altezza fino a 450 metri sotto il livello del mare.
E qui torniamo a mia madre, che arriccia le labbra in una smorfia di ribrezzo quando le propinano per mare quella pozzanghera del Mar Adriatico o quelle piscine da fighetti delle Maldive: il mare qui è blu, quasi nero. Tuffarsi da una barca o anche da un pedalò mette un brivido d’inquietudine, ha qualcosa di metafisico.
Bagnara Calabra e le sorelle Loredana e Mia
A Bagnara Calabra si arriva dopo aver percorso chilometri di costa incontaminata a picco sul mare: da Gioia Tauro, che praticamente è l’unica città degna di questo nome di tutta la costa tirrenica della Calabria, fino a qui è tutto un susseguirsi di promontori selvaggi inframmezzati da calette di spiaggia candida.
Delle due sorelle Bertè è Mia Martini che si è sempre sentita legata alla Calabria e a Bagnara; Loredana, invece, ha sempre dichiarato di non provare alcun trasporto nei confronti della sua città natale, in cui, tra l’altro, come anche la sorella, è solo nata, non cresciuta.
Mia Martini, invece, a Bagnara c’è tornata spesso e le ha dedicato anche una canzone Lucy. La Calabria è stato soprattutto il rifugio nei momenti tragici della sua vita, dopo il 1983 e il travolgente successo di E Non Finisce Mica il Cielo, quando, con la fine della sua storia con Fossati, decise di ritirarsi.
Ecco alcuni passi tratti da alcune interviste.
“Sono nata a Bagnara e vi sono rimasta soltanto 18 giorni, però non ho mai pensato di appartenere ad altre regioni. Sono tornata spesso a Bagnara, città di mia madre, e a Villa San Giovanni, città di mio padre, per le vacanze. Sono una calabrese purosangue. Tutti i miei parenti più stretti abitano appunto a Bagnara, Scilla, Villa e Reggio. La Calabria è quindi la mia regione”.
“….. Le mie radici sono a Bagnara, le mie radici sono tutto per me, sono la mia sola sicurezza, l’unica cosa certa della mia vita. Io sono la Calabria! Noi del sud siamo più sanguigni, sentiamo le cose più attraverso l’intestino, sono talmente forti che non ci nascondono mai la realtà, non le camuffano, non attenuano nulla nella loro violenza, sono talmente chiare, anche se sono crude e fanno male”.
“… Ho passato lunghi periodi a Bagnara, in Calabria, il mio paese d’origine, con il mio cane che poi è morto. E’ stato un grande dolore, stava con me da 16 anni. Soprattutto ci sono stata quando ho mollato, nel 1983: si era spezzato l’equilibrio, e in tutta la mia fragilità sono crollata”.
“… Io nasco dal mare come una sirena, perché nasco a Bagnara Calabra, che è un paese di pescatori, si pesca il tonno, il pesce spada. Come dicevo, io ho avuto bisogno di cercare me stessa e ho cominciato dalle mie origini, cercando mio padre. A Bagnara andavo spessissimo con i pescatori a pescare il pesce spada e il tonno. Ci sono addirittura pescatori che pescano ancora con la fiocina, in maniera proprio romantica e il mio pescatore mi ha aiutato a ritrovare dentro di me la strada, esattamente come avrebbe fatto il guardiano del faro. Anche lui scrutava, ed era importantissimo, per ore ed ore il mare, sono persone che parlano poco, mi avrà detto cinque parole in due settimane, però mi ha insegnato veramente tantissime cose”.
Si, davvero Mia apparteneva alla Calabria, ne aveva i colori, la voce, la triste consapevolezza di un destino amaro ma anche la forza e la selvaggia bellezza.
Su youtube ci sono alcuni filmati molto belli. In uno lei, sulle note di Minuetto, è in treno verso la Calabria, un treno di quelli che ancora oggi riportano a casa gli emigranti. In un altro, sempre lo stesso filmato che continua, si vede Mia scendere alla stazione, andare via in macchina verso casa sua. Nell’ultimo si fa intervistare per le vie di Bagnara, mentre a sua volta fotografa volti e luoghi del paese.
E così non ho più spazio per parlare dei Bronzi, lo farò nel prossimo articolo.
P.S. Se andrete a Bagnara visitate il monumento a Mia Martini, è straordinario: una delle cose più brutte che abbia mai visto. I Calabresi contemporanei, infatti, hanno anche questa singolare caratteristica: erigono i più brutti monumenti del mondo.